lunedì 28 giugno 2010

Abbassamento luminosità dello schermo in Debian

Generalmente preferisco "buttar su" Ubuntu nei computer degli amici che si avvicinano per la prima volta a Linux, questo perché ritengo che Ubuntu sia una distribuzione potente, facile ed elegante, quindi eccellente per l'uso desktop. Tuttavia qualche volta capita che, scarse risorse hardware o problemi inerenti a un'installazione in modalità grafica, rendino impossibile il semplice avvio della procedura d'installazione stessa. In questi casi la soluzione è quella di affidarsi alla sempre efficace Debian . Si, perché in caso di problemi di ogni genere, Debian GNU/Linux rimane la soluzione definitiva, il sistema operativo universale che si adatta a tutto e a tutti.

Adesso passiamo al problema: in una installazione di default, Debian offre l'ambiente grafico GNOME, lo stesso di Ubuntu, ma in una versione più conservativa e quindi meno recente. Certo il sistema funziona alla perfezione, ma nei portatili si presenta un fastidioso abbassamento della luminosità dello schermo dovuto a esigenze di risparmio energetico, solo che per qualche motivo questo comportamento persiste anche quando il laptop è collegato alla rete elettrica. L'inconveniente è che se non c'è attività per diversi secondi, si attiva il risparmio energetico con relativo abbassamento della luminosità e, a questo punto, bisogna necessariamente muovere il mouse o toccare la tastiera per ritornare alle condizioni di visibilità ottimali. L'effetto non è grave, ma secondo me, terribilmente irritante, quindi bisogna trovare una soluzione. Normalmente la cosa si dovrebbe risolvere andando a cambiare le impostazioni in: "Gestione alimentazione", ma purtroppo le modifiche sembrano non sortire alcun effetto. Probabilmente si tratta di un piccolo bug che impedisce il corretto funzionamento di questo tool e cercando nei forum si scopre che il problema è tutt'altro che raro. In questi forum. tra l'altro, si consiglia di sostituire Gnome-power-manager con l'equivalente Kpowersave, un'applicazione KDE che svolge bene il suo compito, ma che si tira dietro le dipendenze delle librerie QT in un ambiente, GNOME, basato sulle GTK. Insomma, IMHO, non credo che sia la soluzione giusta, quindi in attesa che venga risolto il problema in Gnome-power-manager, potremmo raggiungere comunque l'obiettivo, togliendo i permessi di esecuzione agli scripts di HAL che determinano tale comportamento anomalo. Per l'esattezza i comandi da dare sono due e, ovviamente, vanno eseguiti da root:

# chmod -x /usr/lib/hal/scripts/linux/hal-system-lcd-get-brightness-linux [invio]

# chmod -x /usr/lib/hal/scripts/linux/hal-system-lcd-set-brightness-linux [invio]

In questo modo abbiamo, di fatto, disattivato l'abbassamento della luminosità per il risparmio energetico e se abbiamo il computer collegato al proprio alimentatore, non è un problema, anzi, ma bisogna tener presente che nel caso di un uso con alimentazione a batteria, potremmo avere un decadimento della durata della stessa... a meno che, non riportiamo i permessi di esecuzione allo stato originale con:

# chmod +x /usr/lib/hal/scripts/linux/hal-system-lcd-get-brightness-linux [invio]

# chmod +x /usr/lib/hal/scripts/linux/hal-system-lcd-set-brightness-linux [invio]

Capisco che non si tratta di una soluzione elegante, però nel mio caso ha dato i risultati desiderati, senza causare particolari disagi, in quanto il temuto decadimento delle prestazioni della batteria è, tutto sommato, marginale e in compenso abbiamo un display sempre illuminato e ben visibile.

sabato 20 marzo 2010

Gestionale open source per Linux

Oggi parleremo di PromoGest2, un gestionale gratuito e open source disponibile anche per GNU/Linux. Questo software, che è completamente in italiano, ci consente di controllare in modo semplice e intuitivo ogni aspetto della nostra azienda; ora gestire prodotti, clienti, magazzino, fatture e quant'altro fosse necessario nello svolgimento della nostra attività, non sarà più un problema. PromoGest è adatto sia per distribuzioni a 32 che a 64 bit e dispone, oltre che dell'applicazione principale, anche di una serie di moduli che ne estendono le caratteristiche. Personalmente ho installato PromoGest 2 su di una distribuione Ubuntu 9.10 (Karmic Koala) ma anche per le altre distro non dovrebbero esserci differenze sostanziali - a patto di fornire all'applicazione l'ambiente adatto alla sua esecuzione - che nel caso specifico si risolve con l'installazione preventiva dei seguenti pacchetti: python-svn, python-reportlab, python-html5lib, python-webkit e subversion. Comunque, anche per quanto riguarda Ubuntu, l'installazione non avviente nel modo canonico, in quanto il pacchetto non è disponibile nei repository, tuttavia la procedura per l'installazione da svn è abbastanza semplice e veloce, tra risoluzione delle dipendenze, checkout del pacchetto e relativa installazione se ne vanno... 2 minuti ;-)

Iniziamo...

apriamo un terminale e prepariamo l'ambiente digitando:

$ sudo apt-get install python-svn python-reportlab python-html5lib python-webkit subversion [invio]
password [invio]

fatto ciò provvediamo a scaricare il pacchetto con:

$ svn co http://svn.promotux.it/svn/promogest2/trunk pg2 [invio]

per qualche secondo vedremo delle scritte scorrere all'impazzata, appena ritorna la calma spostiamoci nella cartella pg2 con:

$ cd pg2 [invio]

ora completiamo l'installazione con il comando:

$ sudo ./installa.sh [invio]

Bene abbiamo finito, ora se andiamo nel menu: Applicazioni -> Ufficio vedremo la nuova voce Promogest-2 e cliccandoci saremo accolti dalla schermata di login, che di default ha i seguenti valori: AziendaPromo come Azienda, admin come Nome utente e admin come Password... ovviamente starà poi a voi impostare delle credenziali di accesso più appropriate ;-)

Per concludere, ecco un elenco dei migliori gestionali gratuiti per GNU/Linux: http://www.iopensource.it/main/ToniPierdome/GestionaliAziendali

Buona gestione a tutti

martedì 9 marzo 2010

Configurare una stampante di rete con la Fonera 2

Negli ultimi anni ho fatto una gran bella pubblicità alla Fonera (d'altronde la merita) così ora, mi ritrovo con decine di amici foneros che quotidianamente mi tempestano di richieste d'aiuto da... foneros niubbo :-)
In questo momento molte persone stanno apprezzando le qualità della nuova Fonera 2n, la quale offre, tra le altre (moltissime) cose, anche la possibilità di mettere in rete una stampante USB, in modo da poter lanciare una stampa dal nostro portatile alla stampante che magari si trova nello sgabuzzino. Certo c'è da dire che mentre nelle aziende e negli uffici la condivisione delle stampanti è d'obbligo, nelle realtà domestiche (salvo eccezioni) è tutt'altra storia. La comodità di una stampante di rete è indubbia e ora, grazie alla Fonera 2n diventa anche alla portata di tutti.

Bene, prepariamo la Fonera:

1) accendiamo la stampante e inseriamo il suo cavo nella porta USB della Fonera
2) apriamo Firefox e digitiamo nella barra degli indirizzi: http://fonera [invio]
3) ci viene chiesta la password di amministrazione: inseriamola e poi [invio]
4) saremo accolti dalla Dashboard della Fonera - clicchiamo si Applicazioni
5) in Elenco delle Applicazioni facciamo click sulla croce alla destra di Printer
6) al posto della croce comparirà una X - l'applicazione è stata installata
7) torniamo alla Dashboard - noteremo che ora è comparsa l'icona Stampante

Ora che la Fonera è pronta, facciamo riconoscere la stampante a Ubuntu:

1) apriamo: Sistema -> Amministrazione -> Stampa
2) clicchiamo su Nuovo e attendiamo che si apra la finestra di Nuova stampante
3) nella casella: Inserire l'URI della periferica, digitiamo: socket://fonera:9100 poi Avanti
4) assicuriamoci che sia spuntato: Selezionare la stampante dal database
5) adesso dobbiamo sceglire il driver adatto alla nostra stampante
6) per prima cosa scegliamo la marca (es. HP) poi Avanti
7) ora cerchiamo il modello in nostro possesso (es. PSC 1300) poi Avanti
8) in Nome della stampante inseriamo un nome descrittivo (stampante-di-rete) senza spazi
9) Descrizione e Posizione sono opzionali, lasciamoli così e clicchiamo su Applica

Bravi avete finito. Probabilmente vi verrà chiesto se volete stampare una pagina di prova, potete farlo. Quello che invece non potrete fare, sarà, telefonarmi per chiedere come aggiungere una stampante di rete alla Fonera 2 ;-)

venerdì 22 gennaio 2010

Rimuovere una voce dal menu di Grub 2

In uno dei post precedenti avevamo visto come aggiungere una nuova voce al menu di Grub 2, oggi invece tratteremo lo stesso argomento, ma con l'obiettivo di rimuovere alcune voci dallo stesso menu. In questo caso l'esigenza è quella di avere un menu il meno affollato possibile e soprattutto più facile da gestire per i nostri familiari, i quali non sono poi così avvezzi all'informatica come lo siamo noi ;-)
Avrete notato che di default Grub presenta delle voci di cui difficilmente un utente comune sentirà la mancanza; una di queste è quella relativa a memtest e a meno che non ne abbiate veramente bisogno (ma in tal caso sarà facile riabilitarla) non ha molto senso che appaia nella lista dei sistemi operativi da avviare, anche perché se vostra moglie dovesse lanciarla per errore (passando l'intero pomeriggio ad aspettare che si avvii il pc) - statene pure certi - se la prenderà con voi ;-)
Ma noi non vogliamo che questo accada (d'altronde in famiglia non siamo dei BOFH), quindi da bravi ragazzi andremo a rendere il nuovo menu di Grub 2 semplice e pulito.

Dicevamo che memtest non è indispensabile, quindi provvediamo subito a revocare i permessi di esecuzione dello script che genera la relativa voce in Grub:

$ sudo chmod -x /etc/grub.d/20_memtest86+ [invio]
password [invio]

In questo modo dal prossimo riavvio non vedrete più quelle fastidiose voci relative ai test di memoria, che come dicevamo, potrete sempre riabilitare eseguendo gli stessi comandi, ma sostituendo -x con +x per riassegnare i permessi di esecuzione al file 20_memtest86+.

Un'altra voce poco utilizzata nel menu di Grub è quella relativa al recovery mode e in questo caso c'è da dire che se avete aggiornato per diverse volte il kernel senza aver mai rimosso le vecchie versioni, potreste trovarvi con decine di voci di menu, in quanto viene generata una istanza normale e una recovery mode per ogni versione del kernel presente nel sistema. Quindi per evitare che questo avvenga dobbiamo istruire Grub attraverso la modifica del file /etc/default/grub:

$ sudo gedit /etc/default/grub [invio]

alla fine del file in questione troveremo la seguente riga:

#GRUB_DISABLE_LINUX_RECOVERY=true

che deve essere decommentata togliendo il simbolo cancelletto iniziale in questo modo:

GRUB_DISABLE_LINUX_RECOVERY=true

Fatto ciò, salvate e uscite. Inutile dire che nel caso la linea in questione non fosse presente, sarà sufficiente aggiungerla manualmente.

Una volta apportate tutte le modifiche desiderate non dimenticate di eseguire l'update, necessario a rendere effettivi i cambiamenti:

$ sudo update-grub [invio]

Infine diciamo che per rimuovere molte delle voci inutilizzate, potremmo anche aprire Gestore pacchetti (Synaptic) ed effettuare una ricerca con la parola chiave linux-image che in questo modo ci presenterà una lista di tutti i kernel installati e installabili nel sistema; a questo punto non ci resta che disinstallare le vecchie versioni per farle automagicamente scomparire anche dal menu di Grub.

Adesso i vostri cari non avranno più motivo per prendersela con voi e i vostri kernel ;-)

Aggiornamento: Rimuovere le doppie entry di Windows 7/Vista in Grub 2

lunedì 18 gennaio 2010

Modificare sequenza di avvio e tempo di attesa in Grub 2

Recentemente abbiamo visto come aggiungere una nuova voce nel menu d'avvio di Grub2 e oggi ritorneremo a parlare di questa nuova versione di Grub, per capire come poter cambiare la sequenza di avvio e modificare il tempo di attesa, un po'esagerato con i suoi 10 secondi di default. Per chi, come me, era abituato a editare il famigerato /boot/grub/menu.lst sarà difficile adattarsi a nuovi sistemi... se non altro per pigrizia ;-)
Fortunatamente i nuovi script di grub 2 non sono difficili da comprendere, basta solo sapere quale andare a prendere; in questo caso, dovendo modificare il tempo di attesa e la sequenza di avvio, andremo ad aprire il file /etc/default/grub... ovviamente da superutente ;-)

# gedit /etc/default/grub [invio]

il contenuto del file, a grandi linee è questo:

# If you change this file, run 'update-grub' afterwards to update
# /boot/grub/grub.cfg.

GRUB_DEFAULT=4
#GRUB_HIDDEN_TIMEOUT=0
GRUB_HIDDEN_TIMEOUT_QUIET=true
GRUB_TIMEOUT=3
GRUB_DISTRIBUTOR=`lsb_release -i -s 2> /dev/null || echo Debian`
GRUB_CMDLINE_LINUX_DEFAULT="quiet splash"
GRUB_CMDLINE_LINUX=""

# Uncomment to disable graphical terminal (grub-pc only)
#GRUB_TERMINAL=console

# The resolution used on graphical terminal
# note that you can use only modes which your graphic card supports via VBE
# you can see them in real GRUB with the command `vbeinfo'
#GRUB_GFXMODE=640x480

# Uncomment if you don't want GRUB to pass "root=UUID=xxx" parameter to Linux
#GRUB_DISABLE_LINUX_UUID=true

# Uncomment to disable generation of recovery mode menu entrys
#GRUB_DISABLE_LINUX_RECOVERY="true"

Per impostare il sistema operativo di default è sufficiente specificare il suo numero sequenziale in questa riga: GRUB_DEFAULT=4; in questo esempio rendiamo predefinito Windows, cioè la quinta voce del menu, che in Grub corrisponde appunto a 4. Invece per ridurre il timeout bisogna modificare il valore della riga: GRUB_TIMEOUT=3; quindi in questo caso il tempo di attesa che passa prima di avviare il sistema operativo di default è di 3 secondi. Ora non vi resta che salvare, uscire e rigenerare il nuovo grub.cfg con il seguente comando:

# update-grub [invio]

E con questo avete finito ;-)

mercoledì 23 dicembre 2009

PlayStation 3 Media Server in Ubuntu Linux

Se anche voi possedete una Playstation 3 troverete molto utile questo post, in quanto vi permetterà di allestire un media server in grado di far accedere la vostra console a tutti i contenuti presenti nel disco fisso del vostro computer. Per raggiungere il nostro scopo ci serviremo di PS3MediaServer sia per le sue caratteristiche che per la sua semplicità. Seguitemi e in pochi minuti avrete il vostro media server perfettamente funzionante sul vostro computer. Io l'ho installato su un notebook con Ubuntu 9.10 (Karmic Koala), ma la procedura funziona con qualsiasi distribuzione GNU/Linux... a patto che installiate i codecs e le dipendenze necessarie, che sono:
Java - Mplayer - Mencoder - VLC - FFmpeg .


Con Ubuntu tutto si risolve in un semplice:

$ sudo apt-get install sun-java6-jre vlc mplayer mencoder ffmpeg ubuntu-restricted-extras [invio]
password [invio]

scarichiamo l'ultima versione di ps3mediaserver per Linux:

$ wget http://ps3mediaserver.googlecode.com/files/pms-linux-1.10.5.tgz [invio]

decomprimiamo l'archivio appena scaricato:

$ tar xzvf pms-linux-1.10.5.tgz [invio]

ora spostiamo e rinominiamo la cartella creata con la decompressione:

$ sudo mv pms-linux-1.10.5 /opt/ps3mediaserver [invio]

e diamo i giusti permessi di esecuzione:

$ sudo chmod +x /opt/ps3mediaserver/PMS.sh [invio]
$ sudo chmod +x /opt/ps3mediaserver/linux/tsMuxeR [invio]

a questo punto possiamo eseguire il media server con:

$ sh /opt/ps3mediaserver/PMS.sh [invio]

e dopo qualche secondo apparirà l'inerfaccia grafica di Ps3MediaServer con cui potremo configurare il sistema a nostro piacimento.

Ovviamente, se trovate scomodo eseguire il server dalla riga di comando, potrete creare un lanciatore personalizzato (tasto destro sul pannello > Aggiungi al pannello > Lanciatore applicazione personalizzato) inserendo nel campo Comando: /opt/ps3mediaserver/PMS.sh.
Se invece preferite farlo partire in automatico all'avvio del computer, sarà sufficiente aggiungere il comando: /opt/ps3mediaserver/PMS.sh ad applicazioni d'avvio (Sistema > Preferenze > Applicazioni d'avvio).

sabato 19 dicembre 2009

Aggiungere una nuova voce al menu di Grub 2

Nel post precedente avevamo visto come aggiungere al menu di Grub una nuova voce per poter avviare la Dynebolic appena installata nel disco fisso. In quel caso però avevamo preso in considerazione solamente Grub e non Grub 2, mentre la nuova versione del potente bootloader differisce pesantemente dal suo predecessore. Considerando che la distribuzione Linux attualmente più diffusa (Ubuntu - Karmic Koala) adotta Grub 2 di default, si rende necessario poter aggiungere la nuova voce di menu anche in Grub 2. Molti di noi ricordano i bei tempi in cui si poteva gestire qualsiasi aspetto di Grub editando con un semplice editor di testo il file /boot/grub/menu.lst, purtroppo quel file non esiste più ed è stato sostituito dal nuovo /boot/grub/grub.cfg, il quale non è assolutamente editabile. Il nuovo grub.cfg non si può editare a mano in quanto viene generato dinamicamente da una serie di scripts; tuttavia, una volta capito il meccanismo, sarà ancora più semplice gestire il nuovo bootloader. Grub 2 ha il proprio centro nevralgico nella cartella /etc/grub.d/, la quale contiene tutti gli scripts necessari a gestire ogni aspetto del bootloader. In questa occasione ci occuperemo solo di come aggiungere una nuova voce di avvio, quindi avremo a che fare solo con lo script 40_custom.

Apriamo il file in questo modo:

$ sudo gedit /etc/grub.d/40_custom [invio]
password [invio]

il contenuto del file non può essere rimosso, quindi si presenta così:

#!/bin/sh
exec tail -n +3 $0
# This file provides an easy way to add custom menu entries. Simply type the
# menu entries you want to add after this comment. Be careful not to change
# the 'exec tail' line above.

per aggiungere la Dynebolic 2.5.2 al menu di Grub2, dovremo inserire il seguente codice:

menuentry "Dynebolic"{
set root=(hd0,3)
linux /dyne/2618ck1d.krn root=/dev/ram0 rw load_ramdisk=1 vga=0x318 max_loop=128
initrd /dyne/initrd.gz
}

adesso il file si presenterà in questo modo:

#!/bin/sh
exec tail -n +3 $0
# This file provides an easy way to add custom menu entries. Simply type the
# menu entries you want to add after this comment. Be careful not to change
# the 'exec tail' line above.
menuentry "Dynebolic"{
set root=(hd0,3)
linux /dyne/2618ck1d.krn root=/dev/ram0 rw load_ramdisk=1 vga=0x318 max_loop=128
initrd /dyne/initrd.gz
}

appena verificato che tutto sia a posto, salvate, chiudete ed eseguite l'update di Grub:

$ update-grub [invio]

Finito! Dal prossimo riavvio vedrete una voce di menu in più nel vostro Grub... bravi ;-)

giovedì 17 dicembre 2009

Installare Dynebolic su hard disk

Dynebolic è una distribuzione live (cioè avviabile direttamente da CD-ROM) orientata al multimedia e se amate fare musica, non potete non conoscerla. Ovviamente se non avete ancora avuto modo di usarla, potrete rimediare alla svista visitando il sito ufficiale a questo indirizzo: http://dynebolic.org . Provandola rimarrete sbalorditi dalla sua facilità d'uso, dalla sua leggerezza e dalla sua bellezza, ma soprattutto apprezzerete la quantità di strumenti specifici per fare musica, video e grafica; vi garantisco che in breve tempo non potrete più farne a meno. L'unico problema, se così si può dire, è che una volta provata, la vorrette installare nel vostro disco fisso, solo che questo non è fattibile... se non con qualche workaround da smanettoni ;-)

OK si parte!

Scaricate l'ultima versione di Dynebolic che al momento è la 2.5.2 e masterizzatela su CD; per usarla live sarà sufficiente riavviare il computer con il CD inserito e gustarsi lo spettacolo.

Mentre per installarla sul disco fisso: senza riavviare il computer, aprite il cd di Dynebolic e copiate la cartella dyne nell'hard disk. Io l'ho copiata nella radice di una partizione creata per lo scopo (/dev/sda3), ma va bene ovunque. A questo punto non rimane che inserire un'apposita voce nel menu del bootloader (che nel nostro caso è GRUB) in modo da poterla selezionare per l'avvio. Per farlo, aprite da root il file /boot/grub/menu.lst in questo modo:

# gedit /boot/grub/menu.lst [invio]

scorrete alla fine del file e al suo interno inserite il nuovo blocco:

title Dynebolic
root (hd0,2)
kernel (hd0,2)/dyne/2618ck1d.krn root=/dev/ram0 rw load_ramdisk=1 vga=0x318 max_loop=128
initrd (hd0,2)/dyne/initrd.gz

infine salvate, chiudete e riavviate il computer... all'avvio, oltre alla vostra distro abituale, potrete scegliere anche Dynebolic.

Ovviamente assicuratevi di aver inserito in menu.lst i parametri corrispondenti alla vostra macchina. Per esempio io ho scritto hd0,2 perché avevo copiato la cartella dyne nella radice della terza partizione, ma voi dovete fare attenzione a mettere i vostri parametri corretti; se avete problemi a comprendere la nomenclatura tipica di GRUB, prima di fare danni, vi consiglio di dare un'occhiatina a Wikipedia.

P.S. L'attuale Ubuntu 9.10 (Karmic Koala) adotta GRUB2 come bootloader predefinito ed essendo quest'ultimo totalmente diverso dal suo predecessore, per inserire la nuova riga di menu leggete queste istruzioni.

giovedì 3 dicembre 2009

Convertire video AVI in MPG con FFMPEG e Linux

Oggi vedremo come usare FFMPEG per convertire un video da AVI a MPG e viceversa.

Se siete lettori fedeli di questo blog, non avrete bisogno di installare nulla, in caso contrario, aprite un terminale e digitate:

$ sudo apt-get install ffmpeg [invio]
password [invio]

Adesso entriamo nella cartella contenente i video da convertire e diamo il seguente comando:

$ ffmpeg -i video.avi -sameq video.mpg [invio]

Ora ipotizziamo di aver appena convertito il primo e il secondo tempo di un film da AVI a MPG; questo ci consente di giuntare i due video in un unico filmato, utilizzando il vecchio caro CAT in questo modo:

$ cat primo-tempo.mpg secondo-tempo.mpg > film-intero.mpg [invio]

Se avessimo tentato la giunzione con i file AVI originali, la cosa non avrebbe funzionato.
Per unire direttamente file AVI potete usare avimerge, ma ricordate che la procedura vista oggi si adatta perfettamente a tutti quei casi, in cui gli altri strumenti dovessero fallire. Ora che abbiamo il filmato intero, se vogliamo, possiamo riconvertirlo in AVI per una maggiore fruibilità:

$ ffmpeg -i film-intero.mpg -sameq film-intero.avi [invio]

Prima di andarvi a gustare il film appena sfornato, date un'occhiata alle innumerevoli opzioni di FFMPEG:

$ man ffmpeg [invio]

giusto per rendervi conto di quante cose potete fare con esso, o almeno, per capire lo scopo del parametro -sameq dei comandi appena eseguiti. ;-)

lunedì 26 ottobre 2009

Installare il browser di Google in Debian GNU/Linux

In seguito alle manifestazioni di apprezzamento ricevute da molti amici, riguardo al precedente articolo che spiegava come installare il browser Opera in Linux, ho deciso di continuare su questa strada, guidandovi nell'installazione di un altro browser web: Google Chrome. L'innovativo browser di Google, è senz'altro una di quelle applicazioni che potrebbe interferire non poco nella guerra dei browsers che è in corso tra i due (attuali) maggiori attori del web: Internet Explorer e Mozilla Firefox.

Noi in questa occasione, ci limiteremo a descrivere l'installazione di Google Chrome in Debian GNU/Linux e derivate; facendolo alla Debian style, cioè aggiungendo i repository appropriati. Iniziamo!

1) diventiamo root con:

$ su [invio]
password: [invio]

2) apriamo il file sources.list con un editor:

# gedit /etc/apt/sources.list [invio]

3) inseriamo in fondo al file la seguente riga:

deb http://dl.google.com/linux/deb/ stable non-free main

4) salviamo il file e usciamo dall'editor

5) adesso scarichiamo la chiave pubblica di Google:

$ wget https://dl-ssl.google.com/linux/linux_signing_key.pub [invio]

e importiamola nel sistema:

# apt-key add linux_signing_key.pub [invio]

6) infine non ci resta altro da fare, che sincronizzare il sistema con il nuovo repository:

# apt-get update [invio]

7) ed installare Google Chrome con un semplice comando:

# apt-get install google-chrome [invio]

A questo punto potete iniziare a divertirvi (in attesa di Google Chrome OS) con il vostro nuovo navigatore web e se volete saperne di più su di esso, potreste fare una ricerca, magari con Google... tanto per vedere se lo trova ;-)


P.S. Qualcuno si è lamentato del fatto che non riesce a diventare root con il comando:

$ su [invio]
password: [invio]

Questo dipende dal fatto che qualche distro (tipo Ubuntu) non ha l'account root abilitato di default, quindi in questo caso è sufficiente digitare quest'altro comando:

$ sudo -s [invio]
password: [invio]

Aggiungo che gli utenti Ubuntu, potrebbero anche voler installare la versione libera di Google Chrome, che si chiama Chromium. Quindi, ipotizzando che stiate utilizzando l'attuale Ubuntu 9.10 (Karmic Koala) vi basterà dare questi tre semplici comandi:

$ sudo add-apt-repository ppa:chromium-daily [invio]

# sudo apt-get update [invio]

# sudo apt-get install chromium-browser [invio]

ed anche questa è fatta ;-)

martedì 20 ottobre 2009

Opera 10 in Debian GNU/Linux e derivate

Non è che manchino validi browser in Linux, anzi, è senz'ombra di dubbio il sistema operativo dove c'è più scelta. Però, per uno sviluppatore web potrebbe sorgere l'esigenza di testare i propri lavori su tutte le piattaforme possibili... ammenoché (si, si può dire, compare anche nel Devoto-Oli) non siate uno di quelli che verificano i propri siti solo con Internet Explorer e malgrado questo, continuano a definirsi web designer ;-)

OK, basta polemiche e passiamo subito ai fatti:

1) diventiamo root con:

$ su [invio]
password: [invio]

2) apriamo il file sources.list con un editor:

# gedit /etc/apt/sources.list [invio]

3) aggiungiamo in fondo al file la seguente riga:

deb http://deb.opera.com/opera stable non-free

4) salviamo, usciamo dall'editor e aggiorniamo la lista dei repository con:

# apt-get update [invio]

5) solo che a questo punto potremmo ottenere un messaggio di errore come questo:

W: GPG error: http://deb.opera.com stable Release: Le seguenti firme non sono state verificate perché la chiave pubblica non è disponibile: NO_PUBKEY F9A2F76A9D1A0061

6) niente paura, l'errore è dovuto alla mancanza della chiave pubblica - provvediamo subito:

# wget -O - http://deb.opera.com/archive.key | apt-key add - [invio]

7) adesso ridiamo:

# apt-get update [invio]

e se tutto è andato liscio come previsto, procediamo con l'installazione:

# apt-get install opera [invio]

Bene, a questo punto sarete curiosi di esplorare tutte le caratteristiche del vostro nuovo browser... quindi buon divertimento ;-)

domenica 23 agosto 2009

Rinominare e ridimensionare foto dalla riga di comando

Sono appena ritornato da una splendida vacanza nel Salento e con tutte le cose belle che ci sono da quelle parti, non potevo tornare a casa con 4 foto... infatti, tra me, mia figlia e mia moglie, ne abbiamo scattate quasi un migliaio. A questo punto i problemi da risolvere sono essenzialmente tre; prima di tutto selezionare cosa tenere e cosa no (e qui non vi posso aiutare), poi cercare di uniformare i nomi e le estensioni dei file con qualcosa di più rappresentativo e per ultimo ridimensionare le foto ad una risoluzione più consona alla pubblicazione su web. Poiché le foto sono state scattate con macchine fotografiche assai diverse, le caretteristiche dei file risultano tutt'altro che coerenti tra loro (sia sotto il profilo dei nomi, che delle risoluzioni), per cui, la cosa non è poi così semplice da fare... ma è proprio di questo che ci occuperemo ;-)

Una premessa - non sottovalutate la potenza della shell - quindi, fate una copia di backup delle vostre foto e lavorate solo su quelle!

Innanzitutto, dobbiamo renderci conto di quante foto abbiamo, quindi apriamo un terminale e spostiamoci con cd, nella cartella delle immagini, che nel mio caso è Foto/Salento/bkp:

$ cd Foto/Salento/bkp [invio]

poi contiamo i file con:

$ ls | wc -l [invio]

ma attenzione... se la cartella contiene sottocartelle (cosa non raccomandabile in questo caso), con il comando precedente, esse verranno contate; mentre se vogliamo calcolare solo i file e non le cartelle, dobbiamo affidarci a find, in questo modo:

$ find . -maxdepth 1 -type f | wc -l [invio]

quindi se i due comandi appena lanciati ci restituiscono lo stesso risultato, significa che non ci sono sottocartelle, ma solo file (ed è quello che vogliamo).

Bene, appena ci rendiamo conto dell'enorme quantità di scatti che siamo riusciti a produrre durante le nostre vacanze, ci assale il dubbio di dover passare le prossime settimane a rinominare e ridimensionare file davanti ad un computer... ma niente paura: Linux e la sua shell ci vengono sempre in aiuto.

Alcune macchine digitali memorizzano i nomi dei file in maiuscolo, mentre altre in minuscolo (e IMHO qui la colpa è anche di winzozz), causando un coacervo di nomignoli oscuri ed incomprensibili, quindi trasformeremo i nomi da miscuglio a tutto lowercase:

$ rename 'y/A-Z/a-z/' * [invio]

in seguito provvediamo a dare un nome più espressivo ai nostri scatti, con:

$ for n in *.jpg; do let q+=1 ; mv $n toonik$q.jpg; done [invio]

con quest'ultimo comando abbiamo preso tutti i file *.jpg presenti nella cartella corrente e successivamente li abbiamo rinominati con un prefisso comune (toonik) + un numero sequenziale crescente ($q) + la legittima estensione (.jpg).

Oppure, potremmo semplicemente voler aggiungere un prefisso comune a tutte le foto, in modo da renderle più identificabili:

$ rename 's/^/toonik/' *.jpg [invio]

e come risultato avremo tutti i nomi delle foto che iniziano con toonik.

Per concludere scaliamo tutte le foto ad una risoluzione più consona ad una web gallery:

$ mogrify -geometry 800x600 *jpg [invio]

Ulteriori informazioni sulla manipolazione delle immagini da terminale: Linux per tutti.

E comunque... abbiamo finito; avevamo paura di dover perdere intere giornate per mettere a posto le nostre foto, invece lo abbiamo fatto in meno di 5 minuti - niente male ;-)

martedì 21 luglio 2009

Muovere il puntatore del mouse con la tastiera

Oggi parliamo di qualcosa che potrebbe essere di grande aiuto... nel momento del bisogno.
La settimana scorsa una mia cara amica si decide finalmente a passare a Linux e con una determinazione mai vista, mi dice: "domani ti porto il computer, ci voglio mettere Linux". Ovviamente ero sicuro di me e le dico: "domani faremo resuscitare il tuo computer".
L'indomani mi appresto ad installare Ubuntu Jaunty Jackalope, quando mi accorgo che il mouse non ne vuole sapere di funzionare. A questo punto non rimane che andarne a comprare uno nuovo oppure... trovare il sistema per poter governare il mouse con la tastiera. Esclusa la prima ipotesi per motivi che non vi sto ad illustrare, decido di procedere con l'utilizzo della sola tastiera. Premetto che avrei potuto effettuare una installazione in the Debian Way con la versione alternate di Ubuntu, ma volendo verificare il supporto hardware ed avendo poco tempo per le varie prove, ho preferito l'approccio live, che secondo me (nel caso di Ubuntu) è il migliore.
Quando parlo di installazione da tastiera, non mi riferisco all'uso delle scorciatoie da tastiera - di cui tra l'altro, ho già parlato in un post precedente - bensì all'uso della tastiera per far muovere il mouse, come se fosse guidato dalla reale periferica di puntamento.

Passiamo ai fatti!

Premere contemporaneamente questi 3 tasti: Shift + Alt + Bloc Num

Memorandum:
Shift è il tasto con la freccia verso l'alto che si trova a sinistra della tastiera sopra al tasto Ctrl
Alt è il tasto con la scritta Alt che si trova alla sinistra della barra spaziatrice
Bloc Num è il tasto con la scritta Bloc Num che generalmente si trova in un angolo del tastierino numerico

Ora il tastierino numerico sarà il centro di controllo del vostro mouse; ecco la funzione dei vari tasti:

7 muove in diagonale - in alto a sinistra
8 muove in verticale - in alto
9 muove diagonale - in alto a destra
4 muove in orizzontale - a sinistra
5 esegue il click
6 muove in orizzontale - a destra
1 muove in diagonale - in basso a sinistra
2 muove in verticale - in basso
3 muove in diagonale - in basso a destra

Adesso non avete più scuse per non installare Linux ai vostri amici ;-)

sabato 11 luglio 2009

Convertire GIF animate in SWF con Linux e Swftools

Non so voi, ma a me capita spesso di dover convertire file da un formato ad un altro, quest'oggi parleremo di come creare un file SWF (Flash) partendo da una GIF animata.
Tra i tanti strumenti disponibili per Linux, ne ho scelto uno a riga di comando (guarda caso) che si chiama semplicemente gif2swf. Questa utility è parte del pacchetto Swftools, quindi per prima cosa, se non l'abbiamo già fatto, installiamolo nel nostro sistema con:

# apt-get install swftools [invio]

L'utilizzo di base di gif2swf è il seguente:

$ gif2swf -X 400 -Y 200 -o toonik.swf -r 15 toonik.gif [invio]

il significato delle opzioni è il seguente:
-X 400 definisce la larghezza in 400 px
-Y 200 definisce l'altezza in 200 px
-o toonik.swf indica il nome del file swf che verrà creato
-r 15 imposta il frame rate del video a 15 frame per secondo
ed infine toonik.gif è l'animazione gif che vogliamo convertire

Provate anche voi ad eseguire qualche conversione e vi renderete subito conto della velocità e della potenza di questo strumento... non a caso, io prediligo il terminale alle interfacce grafiche punta e clicca ;-)

Sappiate inoltre che installando Swftools avrete a disposizione un bel numero di utility dedicate al famoso formato di Adobe, qui di seguito alcune di esse, iniziando proprio da gif2swf:

- gif2swf: converte da GIF a SWF ed è in grado di gestire anche GIF animate

- pdf2swf: è un convertitore da PDF a SWF che permette di ottenere un video Flash con all'interno testo completamente formattato, incluse formule e tabelle.

- jpeg2swf: genera una presentazione con diapositive partendo da una serie di immagini JPG

- png2swf: genera una presentazione con diapositive partendo da una serie di immagini PNG

- font2swf: converte file di caratteri (TTF e Type1) in SWF

- wav2swf: converte file WAV in SWF

- swfcombine: è uno strumento per inserire file SWF in un contenitore SWF

- swfextract: permette di estrarre suoni, immagini e piccoli filmati da file SWF

- swfdump: restituisce informazioni relative al file SWF esaminato

- swfstring: scandaglia file SWF in cerca di stringhe di testo

- swfbbox: permette di riaggiustare le cornici di file SWF

- swfc: è uno strumento per creare file SWF da semplici script

A questo punto non mi resta che augurare buon swf a tutti... o forse, visto il periodo sarebbe meglio: buone vacanze a tutti ;-)

venerdì 5 giugno 2009

Estrarre immagini da file PDF

Recentemente ho avuto necessità di recuperare delle foto che avevo usato in passato per creare un PDF, ma non essendo più in possesso delle immagini originali, l'unica soluzione possibile è stata quella di estrarre tutte le foto dal file PDF stesso.
Fortunatamente Linux ha tutti gli strumenti necessari per svolgere tale compito e nello specifico andremo ad usare: pdfimages, una delle PDF utility fornite dal pacchetto: Poppler-utils, che di norma è già presente in molte distro, ma nel caso così non fosse, sarà sufficiente installarlo attraverso il vostro gestore di pacchetti; ad esempio in Debian e derivate il tutto si risolve con:

# apt-get install poppler-utils [invio]

La velocità e la semplicità d'uso di pdfimages rende l'estrazione di immagini da file PDF un'operazione banale, però prima di iniziare è doveroso ricordare che le immagini estratte verranno salvate nella stessa directory da cui si esegue il comando, per cui è sempre consigliabile creare una cartella di lavoro, dove mettere il file PDF da elaborare e successivamente spostasi nella stessa cartella per eseguire i comandi. Tutto ciò perché altrimenti, al momento dell'estrazione i file immagine creati andrebbero a distribuirsi in tutta la vostra home. A questo punto non ci resta che toccare con mano la potenza di questo tool; con il seguente comando andremo ad estrarre tutte le foto incorporate nel PDF e le salveremo in tutti file che avranno come prima parte del nome: "toonik" seguito da un trattino, da un numero incrementale di tre cifre, un punto ed infine il suffisso del formato.

$ pdfimages file.pdf toonik [invio]

di default pdfimages estrae e salva le immagini in formato PBM (se in scala di grigi) e PPM (se a colori), quindi se vogliamo utilizzare un formato di salvataggio più leggero come il JPEG, dovremo utilizzare lo switch -j in questo modo:

$ pdfimages -j file.pdf toonik [invio]

abbiamo già detto che pdfimages estrae tutte le immagini dal file PDF, ma se noi volessimo estrarre solamente quelle presenti in alcune pagine? Niente paura, possiamo fare anche questo utilizzando le opzioni -f (first) e -l (last) per indicare la prima e l'ultima pagina da processare; quindi, nel caso volessimo ad esempio limitare l'operazione alle pagine: 3, 4 e 5; il comando precedente diventerebbe questo:

$ pdfimages -f 3 -l 5 -j file.pdf toonik [invio]

Infine ricordiamo che con questo tool è possibile lavorare anche su file PDF protetti, basta utilizzare le opzioni -opw o -upw seguite dalla password di protezione.

Ciao e... buona estrazione :-)